"Stile approssimativo e tesi precostituita. Si accresce la già grande conflittualità"

L'Associazione nazionale dei magistrati minorili sulla trasmissione di Riccardo Iacona

Anche l'Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia prende posizione sulla trasmissione di Riccardo Iacona dedicata alle "famiglie abbandonate", ma soprattutto alla questione dei minori "fuori famiglia", realizzando un attacco indiscriminato a tutto il sistema di presa in carico di bambini e ragazzi allontanati dal proprio nucleo familiare. (dal sito del CNCA)

Si legge nel comunicato: "Capita spesso che trasmissioni televisive critichino l'operato della giustizia minorile, peraltro sempre sgradito a qualcuno, in modo da stimolare emozioni irrazionali, ma dispiace che lo stesso stile approssimativo sia stato tenuto in una trasmissione che, di norma, si distingue per la professionalità dei giornalisti e l'equilibrio dei contenuti. La scelta degli interventi e la qualità degli stessi ci è parsa in questa occasione assolutamente orientata a dimostrare una tesi precostituita, con il risultato, a nostro parere dannoso, di dare informazioni errate e di aumentare la già grande conflittualità."

 

Comunicato Stampa

A.I.M.M.F.

Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia

Aderente alla "Association Internationale des Magistrats de la Jeunesse et de la Famille"

www.minoriefamiglia.it

 

Con preoccupazione abbiamo assistito alla puntata della trasmissione Presa Diretta andata in onda sulla terza rete della RAI il 25 gennaio scorso, dal titolo “Famiglie abbandonate”.

Con l’intento apprezzabile di denunciare la carenza di aiuti socio-economici destinati ai nuclei più disagiati con figli minorenni (già oggetto di preoccupazione nell’ultimo rapporto sull’Italia del Comitato ONU sui diritti dell’Infanzia), la trasmissione ha dato però un’immagine deformata e unilaterale del funzionamento della giustizia minorile nel suo complesso, contraddicendo, di fatto, l’intenzione dichiarata del conduttore secondo cui non si debba “fare di tutta l’erba un fascio” e “sono tantissime le sentenze dei tribunali per i minorenni che effettivamente hanno salvato i bambini dall’abbandono e dalla violenza”.

Ogni tipologia di lavoro è migliorabile e possono esserci casi di malfunzionamento che vanno certamente stigmatizzati e corretti, ma possiamo affermare che i Tribunali per i Minorenni non emettono provvedimenti di allontanamento di minori dalla famiglia per esclusive ragioni di povertà.

I provvedimenti limitativi della responsabilità genitoriale, proprio per la gravità delle loro conseguenze, sono dettagliatamente motivati, e una corretta informazione dovrebbe riportare compiutamente il contenuto delle motivazioni spiegando l’iter processuale, in particolare la possibilità della impugnazione e del suo esito ( inducendo gli spettatori a ritenere che avverso le decisioni dei Tribunali non vi sia alcun rimedio). riteniamo fosse inoltre importante interpellare interpellato, come doveroso, il rappresentante legale e processuale dei minori (tutore o curatore speciale).

Il sistema dell’informazione riveste un ruolo prezioso e insostituibile quando, nell’esercizio del diritto di cronaca e di critica, opera in coerenza con le raccomandazioni espresse dalla Carta di Treviso, approvata da ultimo il 30 marzo 2006, che prevede, nel caso di soggetti deboli, che “l'informazione sia il più possibile approfondita con un controllo incrociato delle fonti (...) e in modo tale da assicurare un approccio al problema dell'infanzia che non si limiti all'eccezionalità dei casi che fanno

clamore, ma che approfondisca, con inchieste, speciali, dibattiti, la condizione del minore e le sue difficoltà, nella quotidianità”.

E’ stata poi particolarmente grave e plateale la violazione dei principi affermati dalla stessa Carta che, “per tutelare l’anonimato del minore”, richiedono di evitare la pubblicazione di tutti gli elementi che consentono facilmente l’identificazione dei minori e di escludere dalla comunicazione pubblica “sensazionalismi e qualsiasi forma di speculazione”.

Capita spesso che trasmissioni televisive critichino l’operato della giustizia minorile, peraltro sempre sgradito a qualcuno, in modo da stimolare emozioni irrazionali, ma dispiace che lo stesso stile approssimativo sia stato tenuto in una trasmissione che, di norma, si distingue per la professionalità dei giornalisti e l’equilibrio dei contenuti.

La scelta degli interventi e la qualità degli stessi ci è parsa in questa occasione assolutamente orientata a dimostrare una tesi precostituita, con il risultato, a nostro parere dannoso, di dare informazioni errate e di aumentare la già grande conflittualità.

Roma 28 gennaio2015

Il segretario generale AIMMF Il Presidente AIMMF

Susanna Galli Francesco Micela