Mafia Capitale, la presa di posizione del Social Pride di Roma

"La possibilità del cambiamento passa per la ripresa di un nuovo protagonismo della parte sana dell'associazionismo, della cooperazione sociale, degli operatori sociali e volontari che in questi anni hanno portato avanti i propri interventi e servizi tra mille difficoltà ( riduzione delle risorse, ritardi nei pagamenti, chiusura dei progetti e servizi) sempre in frontiera, per rispondere ai bisogni e stando anche nei campi rom per tentare di mantenere viva la solidarietà e l'intervento di coesione sociale, nei limiti delle nostre possibilità."

Conferenza stampa giovedì 11 dicembre a Roma, presso il Cesv

Tutto quello che emerge e sta emergendo dall'inchiesta Mafia Capitale ci sorprende solo in parte, anche se la realtà sta superando la più fervida immaginazione.
L'indagine della magistratura sul sistema criminale legato agli appalti pubblici rende solo più esplicito quanto denunciato negli anni dal Social Pride sulla gestione delle politiche sociali nella città di Roma. Da tempo segnaliamo un'impostazione delle politiche di accoglienza basate su logiche emergenziali e di contenimento piuttosto che su una seria programmazione di interventi per rafforzare la coesione sociali, a partire dalle periferie più abbandonate.
Del resto sono anni che stiamo denunciando il progressivo smantellamento del welfare e degli interventi di mediazione sociale, di riduzione del danno, di partecipazione e animazione culturale nella città.
Nel silenzio della politica e dei mass media abbiamo denunciato lo sperpero dei 30 milioni di euro del Piano Nomadi affidati in deroga a qualsiasi norma relativa agli appalti, a fronte della riduzione sistematica di interventi di inclusione sociale, affidati invece attraverso bando pubblico. Lo dichiaravamo nel nostro dossier "La cricca di Alemanno (e Rampelli)", presentato alla conferenza stampa del Senato il 27 marzo 2012 "...Questa strategia di 'occupazione' del sociale è stata inaugurata immediatamente dopo l'insediamento della Giunta Alemanno... nuove organizzazioni, spesso dal curriculum incerto, che intendono occuparsi di intervento sociale, le ritroviamo tra i vincitori e i concorrenti in diversi bandi pubblici. Dai servizi di scolarizzazione dei minori rom, alla gestione della Città dell'Altra Economia, ai bandi dell'ACT, alle assegnazione di spazi pubblici. Sembra determinarsi un nuovo asse di interessi che riunisce vecchi amici – Alemanno e & – con nuovi acquisti..." è evidente che la nostra era una denuncia politica e non potevamo immaginare il disegno criminale che oggi è noto a tutti con l'inchiesta giudiziaria "Mafia Capitale".
Oggi sappiamo che quelle scelte politiche erano funzionali ad un sistema di potere che si è arricchito ai danni dei soggetti più fragili e ha prodotto un arretramento culturale della città.
C'è bisogno di un cambio di passo reale e immediato che determini le priorità e la qualità delle politiche sociali ripartendo dai territori.
La possibilità del cambiamento passa per la ripresa di un nuovo protagonismo della parte sana dell'associazionismo, della cooperazione sociale, degli operatori sociali e volontari che in questi anni hanno portato avanti i propri interventi e servizi tra mille difficoltà ( riduzione delle risorse, ritardi nei pagamenti, chiusura dei progetti e servizi) sempre in frontiera, per rispondere ai bisogni e stando anche nei campi rom per tentare di mantenere viva la solidarietà e l'intervento di coesione sociale, nei limiti delle nostre possibilità.

Conferenza stampa : Giovedì 11 dicembre ore 11 c/o CESV Via Liberiana 17 Roma

Info:
Carlo De Angelis 3473716129