Armando Zappolini confermato presidente del CNCA

Eletto oggi il gruppo dirigente che guiderà la Federazione nei prossimi quattro anni: anche Fabrizio Mariani nel Consiglio Nazionale del CNCA.

Zappolini e Mariani

Comunicato Stampa del CNCA

Roma, 13 dicembre 2014

Don Armando Zappolini è stato confermato oggi presidente nazionale del Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (CNCA). L'Assemblea nazionale della Federazione, che si è ritrovata a Roma ieri e oggi, ha eletto il nuovo Consiglio nazionale, composto ora - oltre che da don Zappolini - da Carla Bartolucci, Salvatore Cacciola, Pasquale Calemme, Vincenzo Castelli, Paolo Cattaneo, Tiziana Ciliberto, Massimo Costantini, Silvia Dalla Rosa, Carlo De Angelis, Riccardo De Facci, Alessandra De Filippis, Marina Galati, Mauro Giacosa (confermato tesoriere), Matteo Iori, Liviana Marelli, Fabrizio Mariani, Vincenzo Martinelli, Anna Melis, Luigi Nardetto, Stefano Nonino, Alessia Pesci, Caterina Pozzi, Maria Stagnitta, Stefano Trovato, Marco Vincenzi, Vito Mariella.

"Il CNCA è fatto da sognatori con i piedi nel fango", ha dichiarato don Zappolini. "Ci offriamo come un luogo di pensiero e di scambio aperto a tutte le organizzazioni sociali che operano per il benessere collettivo e la promozione dei beni comuni. Le nostre radici devono restare nel lavoro che volontari e operatori portano avanti ogni giorno, ma a tutti coloro che si impegnano nell'intervento sociale diciamo: non ci si può limitare al fare, bisogna coltivare il sogno e il desiderio. E questo possiamo realizzarlo solo insieme."

"L'inchiesta di Roma," ha continuato don Zappolini, "dimostra che il modello consociativo che ha dominato non solo nella capitale produce corruzione, bassa qualità di intervento, aggravamento dei problemi. Quando ci si limita solo al fare,accettando deleghe in bianco da istituzioni interessate soltanto a togliersi di mezzo le grane – e a favorire gli 'amici' – non si aiutano le persone e, anzi, si può scivolare più facilmente nel malaffare. Denunciamo da annil'assurdità delle varie 'emergenze' – di immigrati, rom e non solo – costruite ad arte nel nostro paese. Vediamo oggi i risultati di scelte improvvide quando non scellerate. Le istituzioni pubbliche – Governo centrale, Regioni, Comuni – devono assumersi responsabilità chiare rispetto ai modelli con cui affrontano le questioni sociali: la corruzione si batte promuovendo il lavoro sociale serio, che coinvolge la comunità locale mediando se necessario, promuove progetti individuali di integrazione, privilegia i piccoli numeri invece di stipare masse di marginali in luoghi inadeguati. E anche lecentrali cooperative sono chiamate a dare risposte: possiamo accettare cooperative sociali di centinaia e centinaia di persone, quando non di qualche migliaio, che si accaparrano appalti in tutta Italia, senza un radicamento territoriale e senza garantire più alcuna reale democrazia interna? Nel dibattito oggi sul futuro del terzo settore queste domande ci paiono centrali."

Per quanto riguarda, infine, le vicende romane, il CNCA chiede di azzerare tutte quelle situazioni in cui sono coinvolti soggetti sotto accusa nei procedimenti in corso e di rivedere tutti gli appalti nel sociale emanati dal Comune di Roma negli ultimi anni, e in particolare quelli riguardanti immigrati, rom e tossicodipendenti.