Considerazioni sui fatti del Nido del Cep di Pisa

Crediamo sia doveroso esplicitare il senso di sconforto e di rabbia che i fatti del nido d’infanzia del Cep hanno ingenerato in ognuno/a di noi. Chiaramente non giustifichiamo nessuno dei terribili episodi agiti dal personale implicato e riteniamo obbligati i provvedimenti nei loro confronti. Siamo fermamente convinti/e che chi agisce violenza possa avere mille elementi di comprensione ma mai, appunto, di giustificazione perché è sempre possibile un’altra scelta e ogni persona è responsabile delle proprie azioni senza se e senza ma.

Tuttavia pensiamo sia importante fermarci a riflettere cercando di capire perché questi episodi, negli ultimi tempi, si stiano moltiplicando. Questo è accaduto a Pisa e in un nido Comunale considerato fino a poco tempo prima un’eccellenza. Questo ci deve fare sentire uniti nella ricerca degli elementi critici atti a prevenire il ripetersi di fatti che non sono solo violenze vissute in prima persona da qualcuno, ma orrori e sconfitte di un’intera collettività.

Allora cerchiamo di vedere cosa, dal nostro punto di vista,  sarebbe indispensabile attivare per avere non diciamo una certezza, ma almeno una buona garanzia preventiva di un buon lavoro serio e rispettoso. Non crediamo nella filosofia della telecamera ; per noi sarebbe necessario invece intervenire per  assicurare un coordinamento pedagogico, affiancare costantemente l’equipe con una supervisione, assicurare formazioni e aggiornamenti multidisciplinari correlati alla specificità delle fasce di età , delle  caratteristiche dell’utenza  anche considerata la complessità delle nuove tipologie familiari ed etniche, esercitare un controllo attraverso verifiche periodiche, prevedere turn over degli educatori. 

Crediamo che la  politica di un paese degno di chiamarsi tale dovrebbe mettere al centro di ogni decisione-intervento la persona, il benessere delle giovani generazioni, garanzia di continuità futura; e’ facile capire come ogni altra soluzione riparativa  basata solo sul controllo e sanzioni, come per esempio l’installazione di telecamere come prassi  non sia da ritenere né utile né adeguato nella normalità dello svolgersi di una vita di comunità. Anzi, paradossalmente, potrebbe essere un elemento peggiorativo in quanto generatore di ansia e non  protettivo poiché c’è sempre la possibilità di agiti violenti, se uno li volesse attivare, in qualche angolo non visto o in fondo ad un giardino o magari nel corridoio accanto e a quel punto potrebbe essere, in alcune tipologie di persone, intolleranti all’ansia da prestazione data dall’essere sempre sotto osservazione, innescata l’idea di sfida. In questo difficile contesto politico-sociale e quindi anche economico, noi della cooperativa Arnera cerchiamo di fare il nostro meglio in ogni settore in cui siamo chiamati ad operare, facendo continuo riferimento alle motivazioni che hanno visto nascere ognuna delle nostre ex realtà e che ci hanno fatto poi unire, ricordando sempre che siamo nati da valori politico-sociali forti, che vedono proprio al primo posto la relazione, i diritti sociali, il rispetto della persona e il sentimento di collettività, che questo sistema sta velocemente sgretolando. Fino ad oggi ci siamo riusciti e faremo di tutto per continuare a farlo. Nei nidi da noi gestiti è assicurato il coordinamento pedagogico, c’è un lavoro di formazione permanente e aggiornamento ed è prevista come prassi la rotazione  del personale nelle diverse strutture.

Siamo vicini a tutte le famiglie che hanno dovuto affrontare il dolore di vedere i loro piccoli indifesi così duramente maltrattati da coloro alle quali le affidavano con fiducia e anche a tutte quelle educatrici che con dedizione, alta motivazione e professionalità, portano avanti ogni giorno  una delle occupazioni  più complesse e che in questo momento si sentono inevitabilmente guardate  con sospetto e paura.

Marco Cioni

Presidente di Arnera Cooperativa Sociale